venerdì 25 dicembre 2009

500 giorni insieme

«Questa non è una storia d'amore», tiene a precisare il narratore fuori campo in una delle prime scene in cui ci introduce alla vicenda di Tom (Joseph Gordon-Levitt), ometto alla soglia dei trenta convinto che per ogni uomo esista una donna destinata a vivere per sempre con lui. È vero, verissimo: questa non è una storia d'amore, ma sono tante storie d'amore messe insieme; sono tante storie d'innamoramento, di passione, di sofferenza e poi odio, tutte concentrate nell'arco di 500 giorni come tanti, 500 giorni in cui Tom conoscerà Sole (Zooey Deschanel), la conquisterà, e poi d'un tratto riuscirà anche ad allontanarla da sè, il tutto senza aver fatto assolutamente nulla. Lei è di quelle che hanno paura di innamorarsi, e vivono dietro ad una sorta di muro protettivo che tiene lontana qualsiasi relazione; dice l'amico di Tom: «è una di quelle che crede di averla inventata». Non è così, in effetti: Sole è dolcezza e stupore, è stravaganza ed improvvisazione, è un sorriso irresistibile ed una canzone degli Smith. In altri termini, Sole è l'ideale stesso di quella sensazione strana e spiazzante che coglie tutti gli esseri umani appena superata l'età adolescenziale: è il colpo di fulmine, destinato in maniera beffarda ma realistica a schiantarsi al suolo dopo un folgorante volo pindarico. Il bello di 500 giorni insieme è riuscire a mettere in scena tutti i sentimenti del protagonista attraverso frammenti sparpagliati, in contemporanea buffi ed un po' tristi, con un atteggiamento sempre fresco e dal sapore indipendente. L'amore come un album di ricordi, dunque, di volta in volta rivisto con occhi diversi man mano che il tempo passa e prova timidamente ad aggiustare le cose, magari solo per scoprire che non c'è limite al peggio. Si sorride e ci si commuove, accorgendosi del fatto che il destino raccontato nel film può essere storia di tutti, ed anche se fa del male, diventa presto esperienza di vita da ricordare con affetto.


Per innamorati persi ed eterni sognatori che vivono d'amore. ♥♥♥½

mercoledì 23 dicembre 2009

Jennifer's body

Avviso ai fanatici dell'occulto: quando si sacrifica una che non è più vergine "nemmeno nell'uscita secondaria" il risultato sarà produrre un demone in sindrome premestruale da ingordigia fallica. Succede a Megan Fox, stronzetta liceale a caccia di accoppiamenti che trova morte e vita per mano di una band di sfigatelli devoti ad un satana indierock. Conclusione: da vacca seduttrice diverrà vera e propria mangiauomini, nel senso più lapalissiano della parola: mossa da sete ormonale dovrà colmare il proprio deperimento fisico ("per i suoi canoni, si intende", cit.) sbudellando qualche amichetto di liceo. Dovrà fermarla la best friend Amanda Seyfried, a colpi di strizzate di tette e lingue in bocca. Vero e proprio capolavoro di trash, ma di quelli fatti così bene da risultare una meraviglia; più di un'ora e mezza di battute al vetriolo con allusioni non troppo velate al sesso, a dimostrare che esiste una classe anche per parlare volgare. Il duello Megan contro Amanda, la superfiga contro la ragazza della porta accanto, è il pretesto geniale per sviscerare i canoni di bellezza/stupidità contro quelli di normalità/intelligenza, ed è il modo per dimostrare quanto insensatamente ragioni il pisello umano. «Tira più un pelo di figa che un carro di buoi» diceva qualcuno: lorsignori sono avvertiti.

Per camionisti e liceali single. ♥♥♥½

lunedì 21 dicembre 2009

Harry Potter e il principe mezzosangue

Il maghetto più redditizio del mondo torna nella sua sesta avventura, e stavolta la magia più importante sarà riuscire a farsi la barba senza tagliarsi. Lo schema tipico e assai ripetitivo delle avventure potteriane (casa-amici-Hogwarts-quidditch-scontro finale) viene mantenuto anche qui: la differenza la fanno la maggiore maturità dei personaggi - alle prese con turbamenti amorosi -, ed una cupezza sempre più marcata che allontana  ormai del tutto la saga dal pubblico prepubere. Quello che manca persino a questa pellicola di David Yates (già regista del precedente H.P. e candidato a dirigere anche gli ultimi due film) è ciò che è sempre mancato a tutte le pellicole passate: una seria indagine sui personaggi, legati al loro stereotipo macchiettistico e destinati a non spostare di una virgola l'impressione che si ha sempre avuto di loro; così, mentre Ron (Rupert Grint) prosegue nell'indossare la sua maschera di imbranato cronico ed Hermione (Emma Watson) quella di piccola saccente (ma sempre più bella man mano che acquista maturità), Harry (Daniel Radcliffe) non fa nulla per conquistare le simpatie del pubblico, dimostrandosi per l'ennesima volta personaggio più fastidioso proprio nella lunga avventura che porta il suo nome. Acquista potere Draco Malfoy (Tom Felton), celeberrimo antagonista di Harry, mai così importante come ora. Come al solito la parte finale, che arriva dopo una lunga zona centrale in cui non accade praticamente nulla degno d'interesse, si rivela quella più succosa; ma stavolta ci sono da aggiungere gli inquietanti ricordi del cattivissimo Tom Riddle bambino, che spiegano finalmente i passi che l'hanno portato a divenire il potente signore del male Voldemort. Si poteva sforbiciare a beneficio dei non addetti ai lavori; sarebbe stato un dramma per gli appassionati lettori, dei quale non comprendo che gusto ci trovino a seguire un insieme di film di cui conoscono già vita, morte e miracoli.

Per giovani befane e piccoli maghi con tendenze omicide. ♥♥♥

La zona

La Zona è un quartiere residenziale di Città del Messico dove sono confinati i ricchi. Il microcosmo che si crea all'interno della cittadella bunker, recintata e ben separata dalle favelas, diviene una sorta di pretesto per ribaltare ogni logica e coerenza umana e concedere alla gente coi soldi un potere legislativo superpartes esente da ogni controllo. Quando un gruppo di giovani ladruncoli si introdurrà nella Zona, commettendo un omicidio, l'imperativo diverrà ingaggiare una caccia spietata all'unico fuggitivo: "occhio per occhio, dente per dente". Il cinema messicano ci offre un affresco spietato sulle differenze sociali e sull'atteggiamento cinico e sfrontato dell'animo umano. Nella zona vivono lupi che difendono il proprio territorio con i denti; la tragedia è pensare quanto tutto questo sia tragicamente vero e trovi riscontro nella realtà, dove "la zona" allarga i propri confini diventando "società", "paese". Solo pochi si schiereranno dalla parte del buono, che necessariamente è anche il più debole senza compromessi nè giustificazioni; ma questa comprensione sporadica sarà destinata miseramente a fallire, come a dire che non ci sono favole per chi viene dalle favelas. Non vince nessuno, perdono tutti. Ricchi o poveri, buoni o cattivi: non importa quale sia la caratteristica del personaggio, perchè ognuno porta il peso delle proprie colpe come un macigno carico di sofferenza e mancata espiazione.
Bellissima la sequenza iniziale: una farfalla vola spensierata tra le villette a schiera, supera la recinzione, muore. Fuori c'è desolazione ed una fotografia buia, contrapposta alla rassicurante luce di un paradiso residenziale che in realtà nasconde solo l'inferno.

Per chi crede ancora nella bontà degli uomini. ♥♥♥♥

I segni del male

Tutte le piaghe bibliche, in un colpo solo, si abbattono su una tranquilla e cattolicissima cittadina americana. Ad indagare viene chiamata Hilary Swank, ex missionaria laica convertitasi alla scienza dopo la morte di marito e figlia per mano di miliziani poco socievoli ed inclini alla superstizione. A lei sarà affidato il compito di scoprire se si tratta di coincidenze con riscontro scientifico, oppure se è tutta colpa della (solita) bambina posseduta dal demonio e con le unghie poco curate. Dovrà fronteggiare scarrafoni e locuste, fino alla temibile morte di tutti i primogeniti per mano di un Dio particolarmente incazzato. Un film dove vince la messinscena sulla sceneggiatura, con effetti speciali di buon livello (su tutti, l'impressionante fiume di sangue durante la prima piaga). La storia non esalta e procede con ritmo discreto, ed anche la Swank dà impressione di stanchezza e noia; ma la confezione è ben infiocchettata e tutto sommato si lascia ammirare. Qualche prevedibile effetto sonoro in meno a favore di un mistero meglio congegnato non avrebbe guastato.

Per apocalittici e santoni. ♥♥½

Il caso Thomas Crawford

Antony Hopkins uccide la moglie fedifraga e poi si costituisce. Ma è solo il primo tassello di un architettato piano diabolico atto a sputtanare il poliziotto che l'ha arrestato, a.k.a. l'amante di lei. Assunta l'autodifesa in tribunale, giocherà al gatto-vs-topo con un giovane avvocato sbarbatello (Ryan Gosling), dimostrando ancora una volta di saper essere tanto crudele quanto raffinato pur senza mangiare cervelli con fave e chianti. Un legal thriller ben costruito che ripropone il tema del delitto perfetto.

Per i fanatici di Perry Mason. ♥♥♥

domenica 20 dicembre 2009

17 again

Uomo sfortunato nasce nel corpo (e nel fisico) di Zac Efron ed invecchia in quello di Matthew Perry (il Chandler di Friends). Non c'è limite alla sfiga, ed infatti perde il lavoro, ha due figli che lo considerano un imbecille, ed una  moglie che sta per ottenere il divorzio. Sull'onda dei bei ricordi esprime il desiderio di "ritornà bambino": un bidello dalle doti mistiche lo accontenterà. Risorto come Efron, si farà aiutare dall'amico d'infanzia per poter adempiere alla sua missione: infondere coraggio al figlio timido ed impacciato, evitare che la figlia diventi una zoccola, e ricucire il rapporto con la quasi ex moglie. Commedia disneyana dal sapore natalizio che ribalta la storia ed i guai del celeberrimo Big con Tom Hanks, dimostrando quanto non solo sia difficile essere un adolescente nel corpo di un adulto, ma lo sia altrettanto essere un uomo nei panni dell'adolescente che fu. Si ride di gusto verso l'inevitabile happy ending, tra citazioni tratte da vari film di fantascienza, gag e dialoghi dal doppiosenso facile, e svariati e doverosi lapsus freudiani.

Per nostalgici e giovani dentro. ♥♥♥

New Moon

Ragazzo coi rasta si sveglia una mattina in preda a turbe ormonali, pieno di peli (ma con meno capelli), e con la muscolatura degna di Schwarzanegger ai tempi di Mister Universo. Quello che il mondo chiama adolescenza, Stephanie Meyer chiama licantropia. Dovrà battersi con vampiro bianchiccio e gracilino per l'amore della bella Bella; lei, ragazza complicata, sceglierà il più insulso tra i due. Kolossal bimbominkia per teenager infoiate, tra pettorali in vista ed olio solare ad evidenziare gli addominali. Romanticismo gotico che si mescola al testosterone. C'è spazio anche per pizza-e-mandolino, con la battaglia finale a suon di bastonate (per il gracilino). Ma l'amore trionfa, e non si sa quanto sia un bene.

Per giovani pulzelle alle prese col ciclo. ♥♥

L'uomo che fissa le capre

Giornalista in crisi sentimentale si butta alla ricerca della storia che gli cambierà la vita. La troverà in George Clooney, soldato new age addestrato per attraversare muri e stordire capre con la sola forza del pensiero (e dello sguardo). Riferimenti a "Guerre Stellari", sparatorie con malinteso, pietre solitarie nel deserto ed un cattivone (Kevin Spacey) con la sindrome da primo della classe. Si ride sporadicamente; l'avessero diretto i Coen, sarebbe stato un capolavoro di comicità.

Per spensierati e complottisti. ♥♥

Orphan

Sconvolti per la perdita della terza figlia, adottano graziosa ed educata bambina che si veste come una governante dell'800. Lei, con fare innocente, tenterà di uccidere madre e figli e di trombarsi il padre, non prima di essersi tolta la dentiera.
Thriller che decolla soprattutto nella parte finale, con un bel colpo di scena che ai più si rivelerà inaspettato.

 Per babysitter e aspiranti madri. ♥♥♥

sabato 19 dicembre 2009